Giuliano di Roma

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Giuliano di Roma

Giuliano di Roma è situato sopra una collina alta 363 metri che affaccia sulla Valle dell’Amaseno. Sorge alle spalle del Monte Siserno a cavallo del Passo della Palombara, spartiacque fra le valli del Sacco e dell’Amaseno.
Fin dall’antichità la sua posizione è stata sempre molto strategica in quanto posto in un luogo di passaggio di un’importantissima strada di collegamento fra le antiche provincie di Campagna e Marittima.
Malgrado i ritrovamenti di una villa romana nei pressi della Palombara, si esclude l’ipotesi che nel territorio ci fosse un insediamento in epoche antiche.
Come gli altri centri limitrofi, Giuliano si è formato probabilmente nell’alto Medioevo, fondato dalla popolazione che fuggiva dai barbari e che si rifugiò sul colle attorno ad un insediamento fortificato chiamato “Castrum Iuliani”.
“Castrum Iuliani” fu feudo dei potenti conti de Ceccano fino a tutto il Trecento e viene spesso menzionato nelle loro cronache, gli Annales Ceccanenses. Le prime notizie storiche risalgono al XII secolo.
Nel 1125 Giuliano venne devastata dalle truppe papali durante la guerra tra i ghibellini de Ceccano e il Papa Onorio II. Nel 1150 vi trovò rifugio Papa Eugenio III in fuga dai tumulti di Roma. Nel 1165 subì i saccheggi e le distruzioni delle truppe di Federico Barbarossa.
Altra menzione si ha 1208, in occasione della sosta di un illustre personaggio, Papa Innocenzo III. Il Pontefice partì da Anagni il 16 giugno del 1208 alla volta dell’Abbazia di Fossanova, per consacrarne l’altare maggiore. A scortarlo nel viaggio, un corteo di 50 cavalieri bardati capitanati dal conte Giovanni de Ceccano. Il nobile ceccanese lo condusse nella fortezza di Giuliano dove aveva fatto allestire un ricchissimo banchetto e solenni festeggiamenti e dove il Pontefice venne ospitato durante la notte.
Dalla fine del Trecento Giuliano passò in feudo di varie famiglie tra cui i Caetani. Dal 1591 il paese divenne feudo dei principi Colonna di Roma e vi rimase fino al 1816.
Alla fine del Settecento durante l’occupazione francese vi fu una grande rivolta popolare contro gli invasori con l’uccisione di molti soldati.
Chiamata Giuliano in Campagna nell’epoca moderna, dopo l’Unità d’Italia prese il nome attuale in quanto apparteneva alla Provincia di Roma (fino al 1926).
Durante la seconda Guerra Mondiale la città subì ingenti danni e si combatté una breve ma intensa battaglia per la conquista del Passo della Palombara.
Il dopoguerra è stato segnato da episodi di emigrazione e dall’economia che si convertiva da agricola ad industriale. Oggi, grazie alla presenza della strada statale, Giuliano si trova in una posizione molto favorevole per il turismo.
Domina il gradevole centro storico la Collegiata di Santa Maria Maggiore in stile barocco ma di origine medievale, realizzata nel luogo dove era ubicato l’antico castello: ne restano testimonianze ben visibili nella torre campanaria, un tempo torrione del castello e nell’abside. Nelle sale di Palazzo Brettagna è ospitato il Museo Muve, da non perdere per capire bene le dinamiche ambientali e naturali del territorio di Giuliano, che sorge proprio sulla sommità di un vulcano spento.
A un chilometro circa dal centro storico si trova il Santuario della Madonna della Speranza che conserva all’interno un pregevole affresco ritenuto miracoloso per i molteplici episodi di guarigioni avvenuti a partire dalla fine del Settecento. Alle pendici di monte Siserno la piccola chiesa di San Biagio, dalla quale godere di un bellissimo panorama sulla città e sulla Valle.
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